Non è facile, anche per chi lo ha conosciuto, ricordare un personaggio come Giorgio Ponte. Cento anni fa, il 18 novembre 1907, nasceva a Caccamo, in quella Città verso la quale ha profuso tutte le sue energie e dalla quale, non sempre, ha ricevuto riconoscenza e risposte adeguate alle sue sollecitazioni. Vi confesso che, in qualche circostanza, anch’io ho avuto difficoltà a relazionarmi con lui, considerato il suo tono di voce non certo debole, ma soprattutto per il suo temperamento inflessibile, non incline a cedimenti o ripensamenti. Ma poi si scopriva che, dietro questo suo carattere rigorosissimo, c’era profonda umanità, tanta generosità, integrità morale altrettanto rigorosa e tanto amore per la sua gente, per la sua terra che ha sempre difeso con passione. Dall’8 aprile 1961, e per più di un decennio, ha presieduto la Pro Loco di Caccamo, trasformandola in una sorgente inesauribile di idee, iniziative, proposte, provocazioni, manifestazioni, nelle quali è stato sempre presente l’elemento culturale, che si è realizzato attraverso la conoscenza della storia della Città e la promozione turistica, anche al di fuori dei confini italici. Ed in seno a questa Associazione ha “inventato”, nel lontano 1968, grazie alle ricerche storiche del prof. Giuseppe Lo Bianco, quella meravigliosa manifestazione che è stata “La Castellana di Caccamo”, che ci ha permesso di scoprire i segreti del Castello, attraverso i personaggi che per tanti secoli lo hanno dominato, nel bene e nel male, fra slanci di autentico mecenatismo e manifestazioni di crudeltà e di cieca barbarie.
Ma non gli è bastato tutto ciò. Egli ha voluto creare, all’interno della comunità caccamese, una voce libera da condizionamenti e compromessi: il periodico “La Voce di Caccamo”, che gli ha permesso di comunicare, commentare, informare, realizzando un momento culturalmente stimolante e sicuramente costruttivo. Dalla notizia di semplice cronaca paesana a quella di particolari eventi, dal plauso per le altrui iniziative alla inesorabile critica verso manifestazioni di scarsa sensibilità culturale e politica che, talora, hanno contraddistinto la storia post-bellica della nostra comunità. Come non ricordare la sua personale battaglia per il restauro del Castello di Caccamo. Nel 1968 riuscì ad organizzare una manifestazione che coinvolse tanta gente e soprattutto i giovani che attraversarono le vie della Città, forniti di cartelli di protesta che sollecitavano, a gran voce, l’intervento necessario per salvare il nostro maniero dall’abbandono. Forse l’unica occasione di uno “sciopero” a Caccamo.
Gli anni successivi videro, finalmente, coronare il suo sogno: la Regione Siciliana finanziò un progetto di restauro del Castello. Purtroppo i lavori realizzati suscitarono parecchie perplessità e non mancarono, inevitabilmente, le sue appassionate proteste. Ma la sua “voce” è rimasta isolata, non supportata da altrettanto impegno della comunità locale, che sarebbe dovuto nascere dalla sensibilità culturale e dalla coscienza politica. Ciò che rimane è, invece, un Castello che sa poco di “castello medioevale”. Giorgio Ponte è un personaggio che non si può e non si deve dimenticare, così come è impossibile poterlo imitare. Quindi spetta a coloro che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo, trarre insegnamento dalla sua esperienza e dal suo esempio: quando si è convinti della onestà delle proprie idee, non ci si deve fermare di fronte a qualsiasi ostacolo o arroganza, perché non si può barattare la propria coerenza. Grazie Cavaliere. Consulta la galleria di foto Novembre 2007 Giovanni Panzeca Presidente Pro Loco Caccamo |